Il ceco Jakub Hrůsa è, tra i direttori delle ultime generazioni, fra i più richiesti al mondo. Sua è l'elaborazione di un'ampia Suite dal balletto Romeo e Giulietta di Prokofiev, un esaltante banco di prova per l'orchestra e per l'ascoltatore che mai si sazia di invenzioni e spunti melodici e ritmici di una delle partiture più popolari e amate tra quelle del compositore russo. Nella prima parte del programma il Concerto per violino di Dvořák: solista Joshua Bell, una carta vincente per infondere al brano tutto l'appassionato virtuosismo che occorre a ricrearne le più autentiche caratteristiche
Il giovane pianista francese Alexandre Tharaud si è ritagliato una posizione singolare nel panorama internazionale per le sue esplorazioni nel repertorio clavicembalistico francese del Settecento incidendo esecuzioni di riferimento di Rameau e Scarlatti, compositori che in occasione di questo recital ascoltiamo accanto a due delle ultime Sonate di Beethoven: un importante salto da uno stile musicale esornativo e brillante, armonicamente cangiante, allo sperimentalismo strutturale e espressivo dell’ultimo Beethoven
Shostakovich iniziò a comporre la sua Settima Sinfonia durante l'assedio di Leningrado (oggi San Pietroburgo) da parte delle truppe naziste e nella sua musica ne ritroviamo tutto il pathos. Divenuta da subito tra le più popolari ed eseguite del compositore, in essa si esprime in senso lato il sentimento di avversione verso la guerra, lo sgomento davanti all'invasore, l'orgoglio di una appartenenza e la speranza di una liberazione, di una vittoria finale contro la brutalità. Sul podio Andrés Orozco-Estrada, che in apertura di programma propone uno dei capolavori della musica italiana del Novecento, Noche Oscura di Goffredo Petrassi.